Stasera, presso la Biblioteca Comunale “Roberto Allegri” di Serravalle Scrivia, ha preso il via la rassegna “Gotico d’Autunno” con l’evento “I sentieri del Gotico. Racconti, leggende, luoghi abbandonati del nostro territorio. Incontro con lo scrittore Matteo Pastorino”. L’introduzione ed il dialogo con l’autore era a cura di Patrizia Ferrando. Matteo Pastorino è recente autore del libro “Il fantasma di Castel Roccatagliata e altri racconti”

Prima di addentrarmi a scrivere di cosa si è parlato, mi sono dato alla ricerca del genere, giusto per un’infarinatura. Altrimenti, a cosa serve? E poi, sai che figura a scrivere senza sapere nulla? Dunque, tra la fine del Settecento ed il Diciannovesimo secolo, soprattutto nei paesi anglosassoni, si sviluppa un nuovo generi di romanzi, che scaturisce da una fusione di un esasperato romanticismo con tratti di orrore e paura, che va sotto la definizione di romanzi gotici. Soprattutto l’Inghilterra del Diciannovesimo secolo è la patria per eccellenza di questo genere letterario che spazia le sue ambientazioni dal Medioevo alla contemporaneità dell’epoca vittoriana. Sarebbe un errore credere che l’essenza dei romanzi gotici scaturisca dagli elementi “fisici” della paura, in realtà il vero protagonista di questo genere letterario è “l’atmosfera di terrore e di inquietudine” a cui soggiace l’intera trama.

Tanto mi basta per andare oltre.

Patrizia Ferrando, che ovunque si trovi ha lo stile della padrona di casa, si dice colpita da Matteo Pastorino per il suo modo di approcciare i racconti. Aggiunge che la copertina del libro è bella ma leggermente ingannevole. Le ambientazioni sono altrove da dove si può immaginare. L’autore esplora luoghi abbandonati e pare interessato dai cimiteri.

Psicologo, insegnante e scrittore, Matteo Pastorino coltiva passioni quali lo studio della storia di Genova, l’esplorazione di luoghi abbandonati secondo la filosofia urbex, la conoscenza dei cimiteri antichi. Tra i suoi lavori, di particolare rilievo l’impegno come coautore di due guide di taglio saggistico, una sul cimitero monumentale di Staglieno, l’altra sulle “vie dell’acqua”: mulini, fonti di approvvigionamento, cartiere.
“Il fantasma di Castel Roccatagliata”, edito da ERGA, riunisce diciotto racconti che, pur prendendo origine da leggende e narrazioni di remota origine, non si fermano al riportare il dato della tradizione, ma lo trasformano in materia creativa per pagine che omaggiano, nello stile, i classici della letteratura gotica. Ne risulta una commistione interessante e riuscita fra un mood giovane, un interesse profondo per l’elemento leggendario, e una non dimenticata raffinatezza ottocentesca. Le ambientazioni richiamano atmosfere riconoscibili dell’entroterra ligure, fino a raggiungere le valli Scrivia, Borbera e Lemme.

Mentre parla mi annoto che è affascinato dalla decadenza e dell’abbandono dei luoghi. Ama la letteratura gotica perché è pura emozione. Dice che l’emozione ci rende davvero umani. Aggiunge che la letteratura gotica è unione tra la parte razionale e l’emotività.
In lui è sempre stato vivo il desiderio di creare, un vero istinto. Il fascino della casa abbandonata l’ha sempre sentito. Si parla di un tempo protagonista, il tempo passato, anche nella tradizione. L’unica certezza della vita è la sua fine. La letteratura gotica sta agli antipodi della scienza. L’origine della leggenda è un’associazione di idee dell’irrazionale. Il non detto è il protagonista della storia gotica.

Pastorino parla poi di una leggenda: una villa abbandonata sulle alture di Genova a Cesino, nell’entroterra, di antichissima origine, sita nel quartiere di Pontedecimo e sparsa sulla costiera che separa le valli dei torrenti Riccò e Gioventina (affluente del Verde) e risale fino al Passo della Bocchetta. .C’è una villa famosa per chi è appassionato di luoghi abbandonati. Questa villa particolarmente decadente. Gli affreschi in essa contenuti offrono qualcosa ancora agli spettatori. Leggende affondano in un tempo incerto. La villa è del 1740. Si parla di assassini, scomparse, profanazioni che avvolgono di mistero la villa. Villa Piuma, da cercare su internet. E le leggende nascono e si moltiplicano.

Ci sono molte leggende come questa.

Mi annoto altro come il fatto che alcune persone si schierano contro la leggenda, poi ci sono quelli genuinamente spaventati dalla leggenda. All’autore è capitato di avere paura genuina. La paura è un’emozione genuina e bellissima. Preferisce quel senso di disturbante inquietudine. Il giallo è un discendente del gotico.

Dialogo colloquiale tra Patrizia Ferrando e Matteo Pastorino come filo conduttore.

Ed altro mi segno, come il fatto che l’ambiente rurale è molto pregnante di letteratura gotica. In esso sono contenuti i rumori della natura, il silenzio non è mai silenzio. Rispecchia qualcosa che è in noi. C’è troppa assenza nel silenzio. E poi il buio, non abbiamo paura, piuttosto temiamo ciò che potrebbe esserci dietro.

La Ferrando domanda a Pastorino di citare un autore consigliato.
Howard Phillips Lovecraft, spesso citato come H.P. Lovecraft (Providence, 20 agosto 1890 – Providence, 15 marzo 1937), è stato uno scrittore, poeta, critico letterario e saggista statunitense, riconosciuto tra i maggiori scrittori di letteratura horror insieme con Edgar Allan Poe e considerato da molti uno dei precursori della fantascienza angloamericana.
Edith Wharton (nata Edith Newbold Jones) (New York, 24 gennaio 1862 – Saint-Brice-sous-Forêt, 11 agosto 1937) è stata una scrittrice e poetessa statunitense. Fu la prima donna a vincere il premio Pulitzer per il romanzo L'età dell'innocenza (The Age of innocence) nel 1921.

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