Sabato scorso a Villalvernia, presso il salone comunale polifunzionale, è stato presentato il libro sul dialetto villalverniese dal titolo: A PARLÀ ‘D VÏLA. La pubblicazione porta con sé la definizione di vocabolario, grammatica elementare, proverbi, modi di dire e cose varie. È dedicato ai villalverniesi di ieri, di oggi e di domani. Il libro è stato realizzato grazie al contributo dell’Amministrazione Comunale di Villalvernia.

Passa il quarto d’ora accademico e il Sindaco, Franco Persi, dà il benvenuto ai presenti dicendo loro che “Il libro parla di un patrimonio fondamentale del paese, il dialetto. Un patrimonio che sta ormai scomparendo, sempre più messo nell’angolo dall’uso dell’italiano e per molti aspetti anche dall’uso di termini ed espressioni tratti da altre lingue”. Quindi si tratta di “Un “salvataggio” di una parte della cultura di Villalvernia, prima che quello che un tempo era il linguaggio parlato da tutti sparisca per sempre”. E rivolge un invito: “A quanti vorranno fare proprio il libro, a non lasciarlo ricoprire di polvere in qualche scaffale sino ad essere dimenticato, e prima o poi gettato via, ma di imparare a familiarizzarsi con esso, a partire dall’alfabeto e dai suoni dialettali”. Il libro è un ringraziamento per tramandare la cultura di chi ci ha proceduto, dice ancora Persi.
Rivolge un caloroso ringraziamento a Fabrizio Borasi e tutti i collaboratori. Il costo del libro vale un’offerta minima di 10 euro e il ricavato andrà in favore della Croce Verde per ripagare l’acquisto dell’ambulanza acquistata di recente.

I presenti in sala durante la presentazione del libro

Tocca a Fabrizio Borasi, supervisore alla stesura del libro, dice di aver scoperto molto amore per il dialetto durante la preparazione dei testi. Elenca tutti i collaboratori, citandoli. Lo scopo del libro è nei villalverniesi di ieri, è dedicato a loro. Definisce il libro un monumento di parole. Destinatari finali sono i villalverniesi di domani. Tra uno o due anni si potrebbe fare un’integrazione ai contenuti del libro. Si cita l’assenza in sala di Maurizio Cabella, evidenziando il fatto che nella composizione del vocabolario, una guida indispensabile è stata rappresentata da un suo libro riferito al dialetto tortonese da cui si è attinto, dal titolo: Dizionario del dialetto tortonese.

Interviene poi l’avvocato Franco Timo e anch’egli ringrazia col cuore Fabrizio Borasi. Ha scritto l’introduzione al dialetto sostenendo anzitutto che “Chi ama il proprio paese non può non amarne anche il dialetto”.

Celestino Cimento parla del vocabolario, da lui curato insieme con Fabrizio Borasi, e dice di essere stato ritenuto il depositario della parlata villalverniese. Cimento si è avvalso dell’aiuto della sorella, Maria Rosa Cimento, evidenziando la difficoltà dalla parlata allo scritto.

Eugenio Bottaro ha esposto la parte sui proverbi e i modi di dire, di sua competenza. Alcuni proverbi e i modi di dire del dialetto di Villalvernia riprendono pari pari i corrispondenti detti in italiano, altri li modificano, adattandoli al locale, altri ancora sono tipici della cultura paesana.

Monica Persi, che è figlia del Sindaco, ha dedicato il suo intervento a raccontare la sua parte dedicata alle raccolte di nomi dialettali, coi soprannomi la parte più carica di folklore, a volte rifiutati dai destinatari, altre volte molto graditi. Colpisce la durata nel tempo dei soprannomi. Poi i mestieri. Uno spaccato rurale, contadino. C’è anche la raccolta dei nomi dei paesi e delle città visto da Villalvernia.

Antonella Cocco, a chiudere gli interventi, con i luoghi tradizionali del paese. In sei pagine sono state pubblicate cartine rappresentative del centro abitato, delle zone rurali, indicando i luoghi con i loro nomi tradizionali in dialetto. La Cocco ha detto che questo libro ha permesso di mettere insieme i ricordi di un tempo e di tante persone che sono passate.

Foto di gruppo tra coloro che hanno collaborato alla stesura del libro. Da sinistra: Antonella Cocco, Monica Persi, Franco Timo, Fabrizio Borasi, Eugenio Bottaro, Celestino Cimento, il Sindaco Franco Persi

Ha chiuso la presentazione la foto di rito e un rinfresco offerto ai presenti in sala, davvero tanti.

1 commento

  1. Ho avuto in dono il libro dall’amico Maestro Emerito Francesco Capelletti, devo dire che mi sono quasi commosso nel leggere aneddoti, modi di dire e tanto altro: frasi che hanno segnato tante estati trascorse in quel di Villa il cui dialetto non ho mai dimenticato, ovviamente con tutti i limiti di un “furest acme mi”.
    Complimenti agli autori e a tutti i collaboratori.
    Franco Massa
    Genova

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