La data fu scelta per ricordare la prima Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente tenutasi a Stoccolma dal 5 al 16 giugno del 1972. In quell’occasione venne adottata la Dichiarazione di Stoccolma, che definì i 26 principi sui diritti e le responsabilità dell’uomo in relazione all’ambiente.

Quest’anno ricorre il 50° anniversario della Giornata, celebrata per la prima volta nel 1973, e promossa dal programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP), per sensibilizzare sui temi della tutela della terra, promuovendo un aumento di rispetto nei confronti del pianeta e un cambio di abitudini.

L’hashtag della campagna 2023 – #BeatPlasticPollution – vuole stimolare la presa di coscienza riguardo all’uso della plastica, insieme alla ricerca di soluzioni circa l’impatto ambientale da essa provocato. Ogni anno infatti, in tutto il mondo, vengono prodotte oltre 400 milioni di tonnellate di plastica, la metà delle quali è destinata a essere utilizzata una sola volta. Di queste, meno del 10% viene riciclato.

Dai dati UNEP 2023 si stima che annualmente 19-23 milioni di tonnellate finiscano in laghi, fiumi e mari. Circa 11 milioni di tonnellate di rifiuti plastici finiscono ogni anno negli oceani, cifra che potrebbe triplicare entro il 2040. Più di 800 specie marine e costiere sono colpite da questo inquinamento attraverso l’ingestione, l’impigliamento e altri pericoli.

Inoltre, le microplastiche – minuscole particelle di plastica con un diametro fino a 5 mm – finiscono nel cibo, nell’acqua e nell’aria. Si stima che ogni persona sul pianeta ingerisca più di 50.000 particelle di plastica all’anno – e molte di più se si considera l’inalazione. Un notevole impatto è dato dalla plastica monouso gettata nell’ambiente o bruciata, che danneggia la biodiversità e inquina ogni ecosistema, dalle cime delle montagne ai fondali oceanici.

Il passaggio a un’economia circolare potrebbe ridurre il volume di plastica che entra negli oceani di oltre l’80% entro il 2040; ridurre la produzione di plastica vergine del 55%; far risparmiare ai governi 70 miliardi di dollari entro il 2040; ridurre le emissioni di gas serra del 25% e creare 700.000 nuovi posti di lavoro, soprattutto nel Sud del mondo.

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