Percorrendo la Valle Spinti, nel tratto che va da Grondona ad Arquata Scrivia, quasi al termine della conca, in prossimità di Variana e Chiapparolo, si nota ben visibile una torre che si innalza all’interno del cimitero della frazione, unico resto dell’antica chiesa romanica di San Colombano.
Le proporzioni sovradimensionate rispetto a quelle di una normale torre campanaria, fan presupporre la doppia funzione di campanile, per la presenza di ampie aperture e della seicentesca cella campanaria in laterizio, e di torre di avvistamento con funzioni belliche.
Tramite un cartello, ben poco leggibile e posto nelle vicinanze, si riesce a sapere che la torre romanica è stata restaurata nella parte sommitale nel 2005.
Ecco alcune informazioni storiche
Le celle monastiche, la chiesa e la torre di San Colombano, furono edificate intorno al Mille, sotto il dominio longobardico, dai monaci benedettini dell’abbazia di S. Pietro di Precipiano, la fortezza monastero fondata da una colonia di monaci di Bobbio nella prima metà del sec. VIII sull’isola (ora penisola) alla confluenza del Borbera con lo Scrivia.
Le celle, piccole residenze di monaci dipendenti dall’abbazia, erano servite da “aldii” e “manomessi” che, con le loro famiglie, costituirono il nucleo originario dal quale si sviluppò ben presto il paese di Variana.
Colombano (540 ca – 615), monaco irlandese, fu a lungo in Francia dove fondò 3 monasteri. Profugo davanti all’ira della malvagia Brunechilde, regina d’Austrasia, preceduto da fama di santità e accompagnato da una schiera di discepoli, giunse in Italia al tempo del re Agilulfo e della regina Teodolinda. Il re gli diede la solitudine di Bobbio ove esisteva un’antica basilica dedicata a S. Pietro. Il santo e i suoi compagni restaurarono la chiesa ed entro un’area cintata fondarono il monastero.
Alcuni anni dopo la morte del santo i monaci di Bobbio praticarono la regola più mite e organica di S. Benedetto.
Una fonte da cui ho attinto http://archeocarta.org/
