A Genova, nella piazza dell’Annunziata si trova l’imponente chiesa della SS. Annunziata del Vastato, subito al di fuori del nucleo cittadino di formazione medievale. Essa fu eretta in forme tardogotiche nel 1520 dai frati minori di San Francesco di Castelletto, che vi si erano trasferiti nel 1506 sull’area della piccola chiesa duecentesca di Santa Marta del Prato, edificata nel 1228 dai Frati Umiliati provenienti dalla Lombardia. La scelta del sito, nell’area immediatamente extramuraria, era stata condizionata dalla presenza di due rivi, il Rio di Carbonara e il Rio di Vallechiara, oggi non più visibili perchè incanalati sottoterra già nel Seicento.

La comunità religiosa aveva bisogno di questi corsi d’acqua perchè si occupava della lavorazione della lana. Inoltre molti spazi erano divenuti utilizzabili perchè l’area era stata spianata per ragioni di sicurezza, in seguito ai lavori di costruzione delle nuove mura cittadine. Tali mura erano state costruite nel 1155 contro un eventuale attacco di Federico Barbarossa, comportando una vasta opera di demolizione, definita dai documenti dell’epoca “vastinium o guastum, cioè demolizione. Da qui deriva probabilmente il toponimo di Vastato, utilizzato già per Santa Marta e mantenuto per San Francesco.

Infatti si chiamavano guasti gli spazi esterni alle mura privi di alberi che potessero fornire riparo ad eventuali attaccanti. Nel 1508 le costruzioni ancora presenti vennero assegnate ai Frati Francescani Conventuali provenienti dalla chiesa di San Francesco di Castelletto, abbandonata a causa di altri lavori alle mura cittadine. I francescani avviarono una nuova costruzione; la prima pietra della chiesa di San Francesco del Guastato venne posta il 20 luglio 1520. La chiesa non venne però completata; anche la facciata non venne realizzata per mancanza di spazio verso piazza dell’Annunziata, che non era proprietà dei frati. Nel 1537 i conventuali tornarono alla chiesa e al convento di San Francesco di Castelletto, di nuovo agibili; la chiesa di San Francesco del Guastato venne quindi destinata ai Frati Francescani Osservanti, costretti a lasciare il convento della SS. Annunziata di Portoria per lavori alle mura. Perciò la nuova sede si chiamò SS. Annunziata del Vastato.

Fonte: fosca.unige.it/

A Genova, la Basilica della Santissima Annunziata del Vastato si presenta oggi come uno degli ambienti barocchi più sfarzosi della città. La prevalenza del colore oro che circonda gli affreschi delle volte delle tre navate e della zona presbiteriale, ruba la scena al contesto di dipinti e statue che ornano le cappelle delle pareti laterali.

Tra tutte le statue conservate nella chiesa spicca senza dubbio il gruppo del San Pasquale Baylon in estasi davanti all’Eucarestia, tra i massimi capolavori dello scultore ligneo Anton Maria Maragliano, attivo in tutta la Liguria nei primi anni del Settecento. L’opera rappresenta un vero e proprio theatrum sacrum, un palcoscenico in cui la sintesi di architettura, pittura e scultura concorre nel creare una scena dove le figure principali escono dalla parete e dove il legno è modellato con un’alternanza di linea rotonda e spezzata che si armonizza in un apparato unico di figure perfettamente integrate con lo sfondo.

Anton Maria Maragliano fu uno scultore del legno, nato il 18 settembre 1664 a Genova, dove morì il 7 marzo 1739. Fu a bottega con un certo Arata, poi da Pietro Andrea Torre e più probabilmente da suo padre Giovanni Andrea, scultore in legno notevole. Fecondissimo artefice, scolpì molte casse processionali, gruppi da altare, crocifissi, per chiese e oratorî di Genova e delle due riviere. È celebre anche per le numerosissime figurine da presepio che tradizionalmente gli si attribuiscono in molti conventi liguri, specialmente francescani

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