Siamo in Val Borbera, entrando nel paese di Borghetto di Borbera e, svoltando poi a destra, ci si trova ad oltrepassare un ponte dove è sconsigliabile incrociare altri automezzi. Appena oltrepassato, tenendo la sinistra, si sale fino arrivare in una frazione. Entrando in Castel Ratti e oltrepassando l’arco, sulla destra si troverà un oratorio ormai abbandonato. E’ l’oratorio di Sant’Innocenzo.

Proseguendo per la via si giungerà alla chiesa di Castello, dedicata, prima alla Natività della Beata Vergine, poi a Nostra Signora del Carmelo.
Le vicende della chiesa della piccola frazione iniziano nel 1575, quando Mons. Ragazzoni, visitatore apostolico, concede la licenza per la costruzione della parrocchia per gli abitanti di Castello e Cerreto. Tuttavia, per mancanza di fondi, la chiesa si è edificata solo un secolo più tardi dall’Abate Giò Batta Maiocchi, imparentato con la Famiglia Rati. E per questi ne ha mantenuto il diritto di patronato.

L’anno della costruzione è ricordato da una lapide, datata 1684, presente in facciata. Sopra la lapide, un rilievo raffigurante S. Antonio Abate. (Fine XVI secolo).
Interno: Sul secondo altare di sinistra, la pala dell’Apparizione della Vergine ai Santi Teresa e Innocenzo (non verificato) (seconda metà del XVIII sec.)
Nella nicchia della testata di sinistra, una statua seicentesca: Madonna con Bambino.
Alla parete, un Crocefisso (prima metà del settecento).
Oltre la balaustra, ecco un altare del settecento, in stucco modellato e dipinto come marmo, ornato da testine di cherubini all’estremità dei gradini, con paliotto dai profili a volute e grande cartiglio centrale. Sul gradino più alto, si trovano due busti reliquiari in legno policromo (XVII sec.)

Nella testata destra, troviamo una coppia di statue lignee(forse del ‘700) , appoggiate su mensole, che rappresentano S. Antonio Abate e S. Francesco da Paola.
Nella nicchia: Statua di S.Bonifacio (prima metà del XVIII sec.).
Lungo la navata, a destra, sull’altare, dipinto con S. Carlo Borromeo in adorazione del crocifisso con le mani giunte (Fine XVII sec.).

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