Un tempo ormai passato, di parecchi anni or sono, le botteghe rappresentavano una o più tappe obbligate nel percorso della giornata. Un rituale obbligato: il panettiere, il macellaio, il fruttivendolo, il salumaio, la lattaia e, comunque, l’onnicomprensivo commestibile, limitandosi ai generi alimentari. Rappresentavano il momento di incontro quotidiano dove risuonava solo il dialetto, due chiacchiere, uno scambio di informazione o, meglio, un aggiornamento su quanto era accaduto nei dintorni e l’immancabile pettegolezzo. C’erano il bottegaio più economico, quello che vendeva a bonpatt. Qualcuno faceva ‘buona pesa’ e qualcun altro ‘ti fregava al peso’.
Trovavi poi botteghe ovunque. Oggi è sempre più frequente trovare il cartello di ‘Vendesi’ o ‘Affittasi’.
Sensazioni ed emozioni ormai perdute, inghiottite da anonimi supermercati.

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