Ieri, giorno di Pasquetta, era possibile visitare il complesso conventuale dei Cappuccini di Voltaggio, sede della splendida Pinacoteca, che da fine Ottocento ospita pregevoli opere di pittori genovesi del ‘600.

La visita guidata all’interno della chiesa ed alla quadreria con un biglietto del costo di 5 euro.

Il racconto al gruppo dei visitatori presenti era a cura del sig. Marcello Massone.

Il complesso conventuale dei Cappuccini di Voltaggio, presso cui la Pinacoteca ha sede permanente, è situato all’estremità meridionale dei confini amministrativi della provincia di Alessandria, distante poche decine di chilometri da Genova, in quello che era una volta un punto strategico per le comunicazioni verso la Lombardia e l’Emilia.

All’epoca infatti la via di Voltaggio era d’obbligo per i monaci che si recavano a piedi verso Milano o raggiungevano per l’opposta direzione Genova; al fine di offrire loro rifugio ed ospitalità i voltaggini proposero la costruzione di un monastero nel 1595. La Chiesa venne costruita solo alcuni decenni più tardi dedicandola a San Michele Arcangelo e fu consacrata il 15 Ottobre 1662 dal Vescovo di Albenga.

La pinacoteca sorse a fine Ottocento per iniziativa di Padre Pietro Repetto, che, nell’arco della sua vita, raccolse più di duecentocinquanta dipinti da donare al convento del suo paese natale. Aiutato probabilmente anche dalla Duchessa di Galliera, nobile genovese che aveva dedicato l’ultima parte della sua vita ad opere socio assistenziali per Voltaggio, Padre Pietro selezionò opere sulla base di precise scelte iconografiche, con particolare predilezione per alcuni soggetti, come Gesù, la Vergine e le storie di santi, soprattutto i martiri. I pittori prevalenti erano quelli genovesi del Seicento, come Bernardo Strozzi, Luca Cambiaso, Andrea e Ottavio Semino, Gioacchino Assereto e Andre De Ferrari. La compresenza di tutti questi maestri fanno della pinacoteca una quadreria di pari bellezza e importanza di quelle presenti a Genova.

L’odierna sistemazione degli spazi mantiene le caratteristiche assunte dagli edifici di fine Ottocento. Anche l’utilizzo delle due sale al pianterreno (lati Ovest e Sud), adibite a spazi d’esposizione per la pinacoteca, non ha alterato in alcun modo l’insieme delle strutture. L’aspetto architettonico dell’intero complesso, fortunatamente sopravvissuto alle vicende storiche, rispecchia i vari canoni stabiliti dalla Regola dell’Ordine e lo accomuna a molti altri della Provincia Ligure.

La via di accesso e’ costituita da una strada acciottolata in salita, alla quale fa da fondale la spoglia facciata della Chiesa, a capanna, sulla quale si apre un grande finestrone semicircolare. Questa essenzialità si riscontra anche all’interno dell’edificio: la Chiesa è costituita da un’unica larga navata; ai lati due cappelle forano le pareti e sono collegate a vani di disimpegno. Il bianco dei muri contrasta vivamente con il legno scuro degli altari e dei parati di rivestimento: spiccano, oltre ai quadri, la statua sopra l’altare dell’Immacolata e la Via Crucis francese in sepiolite.

La pinacoteca dei Cappuccini di Voltaggio rimase, fin dalle sue origini un tesoro riservato alla comunità dei religiosi del convento, fatta eccezione per le opere esposte nella chiesa del convento stesso. Purtroppo i Cappuccini lasciarono il convento nel 1987, lasciandolo per quasi un ventennio chiuso al pubblico. Oggi è possibile visitare la pinacoteca grazie all’attività di promozione svolta dall’Associazione culture Arcangelo, sul sito potete anche verificare gli orari di apertura e le iniziative culturali che vengono realizzate.

L’organizzazione della visita di ieri era a cura di L’Arcangelo Associazione Onlus in collaborazione con Museo Beni Culturali Cappuccini Genova e Comune di Voltaggio.

I testi relativi alla storia del luogo sono attinti da https://www.vallemme.com/info/quadreria-nel-convento-dei-cappuccini-a-voltaggio/

Per approfondire le conoscenze è possibile visitare il sito dedicato https://www.pinacotecadivoltaggio.it/

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