Domani è il 1° Novembre, la festa di Ognissanti.
Ognissanti il più delle volte è la tradizionale visita ai cimiteri, per fermarsi almeno per un giorno a ricordare i cari che non sono più con noi, un omaggio alle persone a cui abbiamo voluto bene e che ci hanno riempito di ricordi belli. Non è una questione religiosa, dedicare del tempo a ricordi piacevoli ci aiuta a stare meglio ed a superare anche meglio le difficoltà. La festa di Ognissanti fu istituita ufficialmente il 1° Novembre 840 da Papa Gregorio IV ma fu solo una scelta per creare una continuità con una usanza che viene da molto lontano.

Quest’anno cade opportuno il cosiddetto «ponte dei morti» per il quale, storicamente, il Concilio Tridentino predicava digiuno e astinenza. Anzi tradizione popolare ha voluto che i piatti più noti e diffusi del giorno di Ognissanti e di quello della commemorazione dei defunti fossero proprio dolci, quasi a compensazione degli amari pensieri che possono venire in mente per certe ricorrenze. Quasi a voler dire che un po’ di zucchero e qualche frutto di stagione può servire per riconquistare il gusto della vita, anche dopo le dure prove cui può sottoporci. Ed a ciascuna tradizione regionale, il suo dolce.

La pratica del travestirsi risale al Medioevo e si rifà alla pratica tardomedievale dell’elemosina quando la gente povera andava porta a porta per Ognissanti (il 1º novembre) e riceveva cibo in cambio di preghiere per i loro morti il giorno della Commemorazione dei loro defunti (il 2 novembre). Questa usanza nacque in Irlanda e Gran Bretagna, sebbene pratiche simili per le anime dei morti siano state ritrovate anche in Sud Italia.

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